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L’adulto incompetente e la psicosintesi delle età.
Roberto Assagioli ha più volte tracciato gli aspetti di quella che ha definito la psicosintesi delle età (cfr Roberto Assagioli: “Psicosintesi delle età”. Istituto di Psicosintesi. 1965) evidenziando come sia ben difficile identificare parametri precisi quando si voglia avere una percezione chiara dell’età psichica di un individuo. Uno dei fattori che più creano difficoltà di comprensione è certamente connesso al gioco, a volte perverso, delle subpersonalità, degli atteggiamenti mentali, dei ruoli familiari e sociali che troppo spesso minano l’uniformità e la saldezza dell’io, disperdendo le sue energie in rivoli di comportamenti transitori o parziali ma che possono sfociare in vere e proprie patologie psichiche.
Detto questo cerco di essere più chiaro e più concreto facendo riferimento al concetto di “adultità” così come viene proposto dai media.
Rifletto sul fatto che, nell’accezione più comune, l’adulto è colui il quale può assistere a tutta una serie di eventi non proprio edificanti a lui riservati e fra i quali annovero spettacoli che potremmo definire erotici o impregnati di violenza o intrisi di contenuti inquietanti o catastrofistici o orrorifici. L’adulto può fare questo proprio perché è tale e perché ha compiuto 18 anni. Noi sappiamo, tuttavia, che non sempre c’è connessione fra l’età fisica e l’età psichica e questo significa che un “adulto” sulla carta può essere potentemente influenzato da sue componenti psichiche immature o infantili. Per un individuo di tal fatta questi eventi di cui abbiamo parlato possono avere un impatto estremamente negativo visto che stiamo parlando di un adulto solo virtuale.
Mi verrebbe di pensare che, se stiamo facendo riferimento ad eventi “negativi” non capisco per quale motivo anche un ipotetico adulto “maturo” e perfettamente equilibrato non potrebbe averne comunque un danno e, inoltre, continuo a non capire perché un adulto maturo dovrebbe volgersi verso queste direzioni e sentirsene attratto.
Ricordiamoci delle leggi della psicodinamica in virtù delle quali immagini o eventi negativi suscitano emozioni e pensieri dello stesso tipo che agiscono, sia a livello inconscio che sulla coscienza, inquinandola con la possibilità di indurre comportamenti che sfuggono al controllo della volontà individuale.
Dovremmo parlare, in questi casi, non di adulto competente e consapevole ma di adulto incompetente e inconsapevole che si tuffa senza ritegno in un mare di sensazioni, di immagini, di esperienze che minano il suo spirito, distruggono l’integrità del suo mondo psichico e determinano inoltre malattie fisiche.
Riflettiamo, ancora, come tutte queste esperienze “adulte” siano proposte da ben note agenzie pubbliche e private che traggono da tutto ciò lauti guadagni. Mi riferisco alle vergognose campagne di promozione delle scommesse sportive, alle indecorose pubblicità di bevande alcoliche e a quelle indirette di altre sostanze psicoattive, al dilagare di eventi, reali e virtuali, basati sulla violenza più esplicita e, per finire, sull’uso vergognoso del corpo femminile ( e non solo) e della sessualità, in svariati contesti e, anche, per aumentare l’audience di spettacoli intrisi di stupidità e profondamente alienanti.
In parole povere questo povero “adulto” contemporaneo si ritrova a vivere all’interno di un gabbia fatta di condizionamenti, dipendenze evitabili, comportamenti animaleschi e turbe di varia natura che ne fanno il rappresentante di una specie umana che farebbe meglio a ritrovare il fanciullo che è dentro di sé, senza necessariamente citare ben noti insegnamenti evangelici che tutti dovremmo applicare coerentemente con le nostre scelte esistenziali.
Carmelo Percipalle