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Legge dei Retti Rapporti Umani La capacità di essere giusti e corretti nei rapporti nasce e deve essere prima sperimentata dentro di noi. Chi non è in condizioni di creare un minimo di equilibrio all’interno di sé, tra le diverse tendenze e pulsioni del proprio animo, non ha certo la possibilità di garantire un rapporto equilibrato con gli altri. Il mondo sta subendo una trasformazione radicale nei valori e nelle strutture, prospettando alla coscienza degli uomini più disponibili nuovi modelli di pensiero e d’azione. Questo processo di rinnovamento segue precise Leggi collegate a Principi fondamentali per l’evoluzione, intuiti da coloro che si impegnano con dedizione e persistenza a questo tipo di ricerca. Ciascuno di noi è quindi chiamato ad una scelta esistenziale: ignorare questo evento o aderirvi consapevolmente assumendosi la responsabilità di parteciparvi attivamente. Questo può essere definito un impegno al di sopra di ogni filosofia, religione o idea politica e rappresenta una focalizzazione d’intenti da parte di tutti coloro che hanno fede nella nascita di un uomo nuovo e di un mondo migliore. Si tratta di lavorare su Leggi e Principi che ogni uomo in buona fede ritiene scontati per l’evidente utilità che la loro applicazione produrrebbe in tutta l’umanità. Il problema, infatti, sta nell’assumersi individualmente la responsabilità di realizzarli dentro di noi senza preoccuparsi di ciò che faranno gli altri. Si tratta, in altre parole, di diventare modelli viventi di una ‘Nuova Era’ tanto auspicata nelle generiche aspirazioni di tutti, quanto disattesa nei pensieri e nelle azioni quotidiane di ciascuno. Su questo tema Roberto Assagioli ha scritto quanto segue. Abbiamo oltre cinque miliardi di vicini, non vicini che abitano nella nostra strada, ma i nostri simili, esseri umani con i quali siamo collegati mediante i mezzi di comunicazione moderni e che sono in realtà psicologicamente vicini a noi. Ciò significa che i Retti Rapporti Umani debbono avere un’importanza predominante nella ‘Nuova Era’ in cui stiamo entrando. Inoltre, occorre considerare come questo aumento di rapporti sia avvenuto in uno spazio di tempo molto breve in confronto ai lunghi periodi di graduali cambiamenti durante i quali la vita si sviluppava in passato. Rapidamente le distanze che tto il di tu separano una personati dall’al-tra sono state accorciate; notizie degli avvenimen mondo arrivano mediante la radio e la televisione nelle no-stre case; abbiamo sviluppato abitudini che ci rendono eco-nomicamente dipendenti da altri popoli. Coscientemente o no, siamo obbligati a mutare i nostri atteggiamenti, a pen-sare in nuove dimensioni, ad espandere le nostre coscienze, tanto rapidamente quanto la scienza e la tecnica stanno fa-cendo progredire la nostra civiltà: ciò rappresenta un non facile compito per la natura umana. Tuttavia dobbiamo riconoscere che queste circostanze e-sterne ci obbligano finalmente ad attuare i rapporti che do-vrebbero essere quelli normali fra gli esseri umani. Questi rapporti sono alla base della nostra esistenza; non sono sol-tanto un ideale di vita armonica o una necessità per soprav-vivere, ma sono un fatto di natura. Noi siamo indissolubil-mente legati al nostro prossimo in ogni circostanza della vi-ta. Siamo in continuo contatto reciproco, non soltanto socialmente e nel mondo fisico, ma anche per lo scambio che avviene di continuo fra i nostri pensieri e sentimenti e quelli altrui. Siamo parte di un tutto come le cellule dei nostri corpi, cia-scuno distinto, ma allo stesso tempo parte integrante di un più ampio gruppo umano. Siamo membri della nostra famiglia, abitanti della nostra città, apparteniamo alla nostra na-zione, ma siamo uniti quali membri di tutta l’Umanità. Tutto ciò ci permette di intravedere la vasta prospettiva in p cui la Legge dei Retti Rapporti Umani trova suo posto e la sua funzione. Non è soltanto una na Legge per i nostrì rap-porti personali con gli altri, ma è una regola fondamentale dell’intera vita e il suo campo è l’area globale in cui vivia-mo, cioè l’azione esterna, il sentimento, il pensiero e la vo-lontà. Per attuare Retti Rapporti dobbiamo mettere in pratica va-rie qualità: senso di responsabilità, comprensione, compas-sione, amore ed innocuità, tutti anelli della stessa catena dei Retti Rapporti che devono essere creati anzitutto nei nostri cuori. È questo il problema basilare: lo stabilire questo giusto al teggiamento entro noi stessi, atteggiamento che determinerà Retti Rapporti, abbattendo barriere e rendendo possibile la loro manifestazione fra noi e gli altri. Noi facciamo quotidianamente esperimenti nell’arte dei Retti Rapporti anche se spesso in modo inconsapevole. Ogni giorno, mediante tutti i necessari atti di collaborazione e i nostri vari contatti col prossimo, noi facciamo esperimenti pratici e ricaviamo esperienza dai vari aspetti, gradi e tipi di rapporti. Inoltre, andiamo continuamente sviluppando tutto ciò nei livelli interni, mediante il nostro pensare e sentire. Attraverso le varie epoche vi sono stati molti esponenti dei Retti Rapporti Umani. Molti pensatori li hanno insegnati in un modo o in un altro; tutti coloro che si sono prodigati per la libertà umana, per la giusta e libera associazione fra gli uomini, hanno aiutato ad indicare la giusta direzione alle correnti contrastanti ed a meglio orientare i confusi rappor-ti che tanto spesso sono apparsi nei vari stadi della nostra civiltà e della nostra cultura. E bello pensare che noi tutti costituiamo una sola ‘famiglia umana’ e sebbene questo riconoscimento sia stato ostacola-to dall’individualismo e dall’autoaffermazione (che d’altron-de hanno costituito uno stadio necessario) siamo ora ad un punto in cui il delicato equilibrio tra l’individualità e la socia-lità può cominciare ad essere attuato. La Legge dei Retti Rapporti Umani riguarda l’intelligente partecipazione alla vita sociale; ciò è diyerso dal conformismo irriflessivo e dal-l-istinto gregario’. E quali individui autocoscienti che dob-biamo tentare di inserire appropriatamente le nostre piccole personalità nel mosaico della vita dell’Umanità Unita. Il mondo sta subendo una trasformazione radicale nei valori e nelle strutture, prospettando alla coscienza degli uomini più disponibili nuovi modelli di pensiero e d’azione. Questo processo di rinnovamento segue precise Leggi collegate a Principi fondamentali per l’evoluzione, intuiti da coloro che si impegnano con dedizione e persistenza a questo tipo di ricerca. Ciascuno di noi è quindi chiamato ad una scelta esistenziale: ignorare questo evento o aderirvi consapevolmente assumendosi la responsabilità di parteciparvi attivamente. Questo può essere definito un impegno al di sopra di ogni filosofia, religione o idea politica e rappresenta una focalizzazione d’intenti da parte di tutti coloro che hanno fede nella nascita di un uomo nuovo e di un mondo migliore. Si tratta di lavorare su Leggi e Principi che ogni uomo in buona fede ritiene scontati per l’evidente utilità che la loro applicazione produrrebbe in tutta l’umanità. Il problema, infatti, sta nell’assumersi individualmente la responsabilità di realizzarli dentro di noi senza preoccuparsi di ciò che faranno gli altri. Si tratta, in altre parole, di diventare modelli viventi di una ‘Nuova Era’ tanto auspicata nelle generiche aspirazioni di tutti, quanto disattesa nei pensieri e nelle azioni quotidiane di ciascuno. La capacità di essere giusti e corretti nei rapporti nasce e deve essere prima sperimentata dentro di noi. Chi non è in condizioni di creare un minimo di equilibrio all’interno di sé, tra le diverse tendenze e pulsioni del proprio animo, non ha certo la possibilità di garantire un rapporto equilibrato con gli altri. Ci accorgiamo, infatti, che l’identificazione con la personalità è tale che la nostra identità è per lo più limitata al corpo fisico con la sua struttura istintivo-sensoriale, al corredo emotivo-sentimentale e al patrimonio mentale, fatto di immagini e di idee ‘concrete’. Ed il tutto è così ‘personalizzato’ da farci sentire nettamente divisi e diversi dagli altri. Ora, se è vero che ciascuno di noi è caratterizzato da un patrimonio psicogenetico ed esperienziale individuale, è anche vero che il nostro psichismo è unito allo psichismo collettivo, e che tra noi e gli altri, a livello psicologico, c’è una continua ‘osmosi’, per cui le vibrazioni psichiche di tutta l’Umanità interferiscono tra loro e si influenzano a vicenda, anche quando non ce ne rendiamo conto. Questo è il concetto di inconscio collettivo in cui la nostra psiche è immersa e che ci rende indissolubilmente legati nella Grande Avventura del destino umano. D’altra parte, se accettiamo l’uomo nella sua struttura globale, e cioè anche nel suo aspetto psicospirituale, scopriamo che nei livelli più sottili del suo essere, rappresentati nella psicosintesi dal Sé e dall’inconscio superiore, egli testimonia l’esperienza dell’ ‘unica radice’ e vive come realtà fenomenica l’identità con l’altro e con tutta l’Umanità. Il secondo punto riguarda la frase: “Tuttavia dobbiamo riconoscere che queste circostanze esterne ci obbligano finalmente ad attuare i rapporti che dovrebbero essere quelli normali fra gli esseri umani.” Questo concetto appare chiaro alla luce di quanto detto precedentemente, e cioè dell’appartenenza di ogni uomo all’unico organismo dell’Umanità, analogicamente a quanto avviene nel nostro corpo. In questo ogni cellula è chiamata a svolgere il proprio compito collegata alle altre ed il buon funzionamento dell’organismo dipende dal corretto scambio intercellulare, per cui cellule diverse per struttura e funzione, appartenenti ad organi diversi, cooperano e collaborano tra di loro nell’interesse comune. E quando questa collaborazione cessa, appare la malattia, che prima altera la funzionalità e successivamente compromette i tessuti cellulari stessi portandoli alla distruzione. Questo è quello che accade anche nella società quando i ‘normali’ rapporti tra gli uomini degenerano in comportamenti dannosi ed aggressivi, producendo delle vere e proprie disarmonie e malattie nel corpo dell’Umanità, simili alle forme tumorali dell’organismo biologico. Il terzo punto è il seguente: “Questi rapporti sono alla base della nostra esistenza; non sono soltanto un ideale di vita armonica o una necessità per sopravvivere, ma sono un fatto di natura.” 
“Siamo membri della nostra famiglia, abitanti della nostra città, apparteniamo alla nostra nazione, ma siamo uniti quali membri di tutta l’Umanità. Tutto ciò ci permette di intravedere la vasta prospettiva in cui la Legge dei Giusti Rapporti Umani trova il suo posto e la sua funzione. Non è soltanto una Legge per i nostri rapporti personali con gli altri, ma è una regola fondamentale dell’intera vita ed il suo campo è l’area globale in cui viviamo, cioè l’azione esterna, il sentimento, il pensiero e la volontà.” Questo è un concetto molto importante: in ogni momento della nostra vita noi mettiamo in moto delle vibrazioni mediante la nostra volontà, i nostri sentimenti e le azioni esterne, dando in tal modo ‘direzione’ all’energia che amministriamo, e produciamo effetti su tutto il ‘campo magnetico’, biologico e psichico dell’intera Umanità. In questo modo un nostro pensiero rappresenta un impulso al mondo mentale collettivo, così come un nostro sentimento si ripercuote sul corpo emotivo del Pianeta. 
E’ allora evidente che la prima qualità da realizzare per dei Giusti Rapporti è il senso di responsabilità umana che ci fa partecipi di questa continua interazione tra noi e gli altri, e quindi la capacità di essere almeno innocui se non utili agli altri. Il comprendere che oltre alle azioni anche i pensieri, le immagini e i sentimenti incidono sul nostro prossimo ci dovrebbe rendere più consapevoli ed accorti nel formularli. Nessuno, infatti, offrirebbe cibi velenosi ai propri vicini, così come invece diamo loro in pasto in continuazione pensieri e sentimenti negativi, che non potendo essere chiaramente percepiti non rendono possibile alcuna difesa e producono gravi danni alla collettività. La compassione, come partecipazione ed impegno ad aiutare l’altro, e la comprensione, come identificazione spirituale con i nostri simili, diventano perciò qualità fondamentali per la realizzazione di questa Legge, insieme all’amore che è la nota consonante e cementante di tutto ciò che esiste. Un altro concetto su cui riflettere è il seguente: “E’ questo il problema basilare: lo stabilire questo giusto atteggiamento entro noi stessi, atteggiamento che determinerà giusti rapporti, abbattendo barriere e rendendo possibile la loro manifestazione fra noi e gli altri.” La capacità di essere giusti e corretti nei rapporti nasce e deve essere prima sperimentata dentro di noi. Chi non è in condizioni di creare un minimo di equilibrio all’interno di sé, tra le diverse tendenze e pulsioni del proprio animo, non ha certo la possibilità di garantire un rapporto equilibrato con gli altri. L’uso corretto di noi stessi nei rapporti inter-individuali è infatti direttamente proporzionale all’autodisciplina interiore, cioè alla possibilità di gestire armonicamente noi stessi. L’ultima considerazione si riferisce alla frase: “La Legge dei Retti Rapporti Umani riguarda l’intelligente partecipazione alla vita sociale; ciò è diverso dal conformismo irriflessivo e dall’istinto gregario. È quali individui autocoscienti che dobbiamo tentare di inserire appropriatamente le nostre piccole personalità nel mosaico della vita dell’Umanità Unita.” Questo compito presuppone una polarizzazione mentale ed una personalità coerente e capace di discriminare, ed il superamento dei maggiori ostacoli rappresentati dall’egoismo, dalla paura, dall’odio, dall’ambizione, dall’orgoglio e dal separativismo. L’egoismo è lo stato dell’uomo immaturo, egocentrico ed egotistico, legato soltanto ai propri interessi, insensibile ai problemi del prossimo e il cui mondo inizia e termina con sé stesso. L’egoismo può essere sconfitto sviluppando un autentico interesse per gli altri, attraverso l’allenamento all’empatia e all’altruismo. La paura è legata alla natura, oscillante e diffluente, del nostro corpo emotivo, e all’ignoranza esistenziale in cui viviamo. Può essere superata evocando in noi stati d’animo quali la calma, la serenità e la fiducia; coltivando immagini positive ed utilizzando l’autosuggestione, che resta il metodo più efficace per modificare contenuti inconsci. In ogni caso è opportuno sviluppare il coraggio ed ampliare la conoscenza del ‘mistero’ della vita. L’odio è una manifestazione della dualità della struttura affettiva (in senso psicologico) che oscilla tra attrazione e repulsione e produce il fenomeno tanto frequente dell’ambivalenza. E come l’amore è la forza attrattiva ed integrativa per eccellenza, l’odio è la forza repulsiva e separativa per definizione, e può essere eliminato mediante la disidentificazione e il corretto uso della discriminazione, orientata in senso evolutivo. L’ambizione e l’orgoglio sono figli legittimi dell’egoismo: la prima si manifesta come brama sfrenata di successo e di potere personale, il secondo come esagerata valutazione dei nostri meriti e delle nostre qualità. Entrambi nascono dall’identificazione con l’io personale e conducono, prima o poi, all’inevitabile frustrazione di tutto ciò che è effimero e transitorio. La purificazione dei moventi, l’allargamento e l’elevazione delle nostre mete esistenziali e la nostra psicosintesi transpersonale rappresentano i correttivi più utili per questi difetti della personalità. Il separativismo è un innaturale stato di isolamento che ci fa sentire divisi dagli altri, creando un illusorio senso di incomunicabilità e di sfiducia reciproca. 
Per superarlo è fondamentale ricordare che la nostra struttura è simile al simbolo della croce, con una linea ‘verticale’ di realizzazione interiore, che dall’esperienza dell’Io conduce all’esperienza, e con una linea ‘orizzontale’ di integrazione esterna che dalla coscienza individuale, attraverso la coscienza di gruppo, conduce alla Coscienza Cosmica. Tratto da: Leggi e Principi della Nuova Era,
ED. Poggio del Fuoco
Comunità di Etica Vivente Dicembre 21st, 2019 https://www.comunitadieticavivente.org/leggi-e-principi-1/