Seleziona una pagina

Nel processo meditativo che in psicosintesi è chiamato “disidentificazione – auto identificazione” viene evocata la presenza dell’ “osservatore”: di quella parte del sé che osserva con calma e con distacco.
Questa figura può essere identificata sotto molteplici aspetti e da taluni viene intesa come espressione del Sé transpersonale. Quello che importa capire è che, considerando la psicosintesi come un tragitto pratico, l’osservatore non deve limitarsi al solo processo dell’osservare ma deve diventare “attore”, cioè agente in prima persona delle proprie vicende esistenziali. Scoprire il senso del suo essere nel mondo, imparare a progettarsi in maniera ispirata, imparare ad osservare il mondo dei significati, dei segni , delle molteplici comunicazioni che pervadono la sua vita ed estrarne gli insegnamenti necessari al suo processo di crescita e, infine entrare nel mondo delle cause. Per essere uomo.


Il compito fondamentale dell’attore è quello di agire, dopo avere osservato con distacco, le proprie vicende umane, iniziando ad avere una visione sempre più chiara di sé stesso, delle proprie qualità, dei propri difetti e delle energie che lo circondano, in cui si trova immerso e che lo condizionano potentemente e, infine della meta da perseguire nella sua incarnazione.
Proseguendo in questo cammino, irto di ostacoli e di prove, con coerenza e con spirito di avventura, lo scopo stesso della sua esistenza gli diventerà sempre più chiaro e probabilmente inizierà a comprendere anche il senso delle relazioni umane, dei legami affettivi, dei suoi doveri verso sé stesso e verso il mondo.
Il mondo delle relazioni umane, infatti, se vissuto correttamente, tende a liberare da molte illusioni, a correggere gli errori di interpretazione. a smascherare illusioni e a guarire da molti preconcetti.
Chiudersi alle relazioni umane, di contro, conduce all’isolamento e apre le porte a disordini esistenziali e a turbe psichiche e somatiche.
Chi agisce, invece, consapevolmente attivando il proprio “attore ispirato” potrà andare ancora avanti nel suo tragitto evolutivo e inizierà a dare un senso ai significati che si nascondono dietro le molteplici forme che attivano la sua percezione e potrà decodificarli mediante la nuova luce che investe la sua coscienza.
L’attore deve imparare, quindi, a decodificare i molteplici messaggi che a lui arrivano e a interpretarli correttamente. Questo può avvenire se la sua percezione della realtà che lo circonda è sufficientemente “pulita” e veritiera, liberà, cioè da distorsioni, interpretazioni arbitrarie, preconcetti e da illusioni. Dobbiamo sempre ricordarci, a tal proposito, che la percezione è strettamente collegata al nostro corrispondente stato di coscienza e dobbiamo capire che, purtroppo, lo stato di coscienza dell’io non è finalizzato ad una comprensione inclusiva della realtà ma è, per sua natura, separativo e parcellizzante. Solo se ci eleviamo, oltre i suoi confini e ci addentriamo nei reami dell’inconscio superiore, possiamo accedere a quei livelli più elevati di consapevolezza e di percezione intuitiva che iniziano ad essere propri del Sé transpersonale e che devono ispirare la nostra vita quotidiana, liberandola dalle illusioni e, quindi, da molte sofferenze.