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“Evolvendosi, l’uomo acquista maggiore consapevolezza dei propri poteri: forza, intelligenza, abilità tecnica, mentre parallelamente sviluppa un senso oscuro, ma intenso, che vi sono dei poteri più grandi, latenti nell’uomo, che egli deve realizzare (una divina insoddisfazione).”
Roberto Assagioli
Stiamo parlando di un tarlo, di una morsa feroce, di una ferita infetta e maleodorante che si espande nell’anima e che coinvolge l’intera coscienza. È una divina insoddisfazione. È un ragno, un cancro, una piovra i cui tentacoli, spietati e potenti si avvinghiano sempre più sulla personalità e la stritolano e la spremono fino a farne distillare il succo: quelle poche gocce che, da sole, possono essere in grado di fecondare il terreno della coscienza e di prepararci ad una nuova nascita.

Dalle nostre sofferenze nasce il cambiamento. La rivolta della coscienza che non vuole più vivere di apparenze, di sotterfugi, di banalità senza senso e preferisce spiaccicarsi, sanguinolenta, sulle superfici, levigate e lucide, dei nostri grattacieli per urlare la sua dolorosa presenza. Il divino è l’anima che grida il suo esserci e che si insinua all’interno di quella stessa ferita che crediamo prodotta dalle incomprensioni e dalla rabbia dei nostri simili, intrisi di stupidità, immersi nella loro frenetica ricerca del piacere, della soddisfazione di beni materiali o strascicati verso vite sopravvissute nelle bidonville del mondo.
La mia Divina Insoddisfazione che scrivo con le iniziali maiuscole perché sento appartenere a tutta l’umanità a quella grande anima collettiva che oggi, in questo preciso momento soffre le doglie di un parto improbabile eppure necessario verso la nascita di un uomo nuovo, originato dal Divino che è dentro di lui, per sua natura perennemente insoddisfatto ma, infine, liberato da sofferenze tanto inutili quanto necessarie.
Il Divino attiene all’anima, alla Natura, all’essenza dell’Universo ed è alla nostra portata nella misura in cui lo associamo a qualcos’altro. Perché abbiamo bisogno di associare, di associazioni, perché la nostra mente è associativa e, allora, esistono i Divini pensieri, la Divina conoscenza, gli atti Divini, e, perché no, i Divini sapori, le Divine parole, gli sguardi Divini, le carezze Divine, le scopate Divine … gli Amori Divini che ci esplodono dentro con i loro frastagliati, vivaci, abbaglianti colori.
Prima di arrivare a questo, temo, tuttavia, dobbiamo passare per questa Divina Insoddisfazione, accettarla comprenderla, vivere tutto il suo peso discendente da un atavico dolore collettivo e, quindi, trascenderla, relativizzarla. L’Assoluto ci attende ed è nascosto nelle pieghe del quotidiano.
Carmelo Percipalle