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Non cercare la compagnia
Di chi è sviato
Guardati da chi si è guastato.
Cerca e gioisci della compagnia
Di amici fidati sulla Via
Di chi la visione profonda difende.
tratto da: www.meditare.it/forum/archivio/dhammapada.htm
Questo aforisma pone l’enfasi sulla necessità di evitare le cattive compagnie delle persone marce, di coloro i quali, cioè, è come se non fossero riusciti a vivere una vita armoniosa e avessero perso la loro via giusta e fossero piombati nell’ignoranza e fossero già corrosi dal loro stesso male. Queste persone si riconoscono perché conducono verso il male e verso l’ambiguità anche se, purtroppo, spesso sono in grado di ingannarci e di fare sembrare bene ciò che è male. Se, tuttavia, siamo accorti e abbiamo il cuore costantemente rivolto verso gli insegnamenti del Buddha o di altri accertati grandi maestri, possiamo ragionevolmente sentirci a riparo dalle influenze nefaste degli emissari del male. Per questo motivo l’aforisma prosegue esortando a coltivare la compagnia di amici di cui ci si può fidare, di coloro che difendono la corretta percezione che va oltre le apparenze della coscienza ordinaria. Ricordo che, in questi casi, sarebbe meglio riuscire ad evocare e a scoprire il buddha che è dentro di noi o meglio la buddhità (potremmo dire la saggezza) che è dentro di noi. Purtroppo questo non è sempre praticabile, soprattutto, perché la nostra coscienza è troppo ricolma di pensieri, di preoccupazioni, ansie e turbamenti che non danno spazio ad altro. Se il nostro sacco è pieno di spazzatura dobbiamo svuotarlo prima di consentire alle virtù di colmarlo. Le nostre spazzature interiori, speso, si manifestano come dipendenze patologiche, come disordini psichici e fisici, come malattie e conflitti esistenziali o sociali. Un primo passo verso la “guarigione” siu realizza proprio quando scopriamo fuori di noi ciò che induce il bene dentro di noi, allora la vera amicizia risplende nei nostri cuori e ci eleva.