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Se le religioni sono l’oppio dei popoli, l’oppio dei popoli è una religione?
Detto in altri termini le dipendenze patologiche da sostanze nascondono il senso di un profondo senso religioso frustrato e negato?
Come dire, le dipendenze sono l’altra faccia della religione?
Come dire, esiste una relazione fra uomo e sostanze stupefacenti che sia riconducibile ad un sistema relazionale analogo a quello che si viene ad instaurare fra le religioni e il sentimento religioso?
Potrebbe esistere un senso religioso profondamente laico e lontano dal clericalismo più retrivo e conservatore, tale da restituire l’uomo alla sua più vera e profonda libertà?
Potrebbe esistere una religione della liberazione che conduce verso la reale libertà? Senza papi, né vescovi, né preti, né pusher , né venditori di illusioni, di idealismi, di ideologie, di alienazioni condivise e striscianti, di varia estrazione e tipologia?
In tutto ciò non voglio fare alcun riferimento ad una religione specifica in quanto tutte sono accomunate fra di loro, nella misura in cui finiscono con il togliere la libertà all’uomo di essere se stesso e, infondo, di coltivare e realizzare il suo vero senso della vita e comprendere il significato del termine spiritualità che nulla ha a che vedere con le religioni.
Si potrebbe vivere il sogno della libertà di pensare, di agire, di amare, secondo coscienza e percepire il senso dell’UNIONE con ogni membro della razza umana e con ogni elemento del creato?