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“Esiste uno spazio compreso tra occhio e percezione. Cosa si trova in questa dimensione?”
Possiamo dire che questo quesito costituisce un “koan”. Il “koan” è una specie di indovinello escogitato dai monaci zen e proposto agli allievi con il fine di indurli ad una sorta di catarsi interiore, di liberazione dai legami e dalle categorie della mente concreta. La soluzione al quesito, infatti, è introvabile utilizzando la mente concreta e soltanto se si è in grado di trascenderla, la risposta al quesito balza improvvisamente dentro la coscienza dell’allievo, come una specie di illuminazione, improvvisa e subitanea. L’apprendista poteva impiegare anche anni di duro lavoro mentale, spremendosi il cervello fino all’inverosimile ed elaborando miriadi di pensieri, tutti inutili, prima di trovare la lampeggiante soluzione, oppure, poteva non trovarla affatto e abbandonare l’impresa.
Ho provato ad inviare questo koan ad alcuni amici, via sms, queste sono le risposte:
C.C. ha risposto: “La saggezza del budda?”
M.E. ha dato due risposte: “Tra occhio e percezione c’è forse energia.”. “O forse spazio e tempo”.
S.A. ha risposto: “La luce…”
B.F. ha risposto: “Il divino nascosto”.
Z.L. ha risposto: “Il tuo cuore”.
P.A. ha risposto: “Io.”

Nessuna delle sei risposte, a mio avviso, è quella giusta anche se non posso fare a meno di ringraziare Z.L. per la sua amorevole proposta e non posso fare a meno di dire che S.A. è stata quella che si è avvicinata di più alla risposta corretta, seguita subito dalla prima risposta di M.E. La risposta di B.F., inoltre, mi è sembrata molto interessante e meritevole di ulteriori approfondimenti.
Il quesito rimane, dunque, aperto e devo dire, inoltre, che il fatto di essere l’unico detentore della risposta giusta amplifica molto i limiti del mio ego e forse potrebbe anche farlo scoppiare. Una bella catarsi anche per me?
Attendo altre risposte.
Un caldo abbraccio e fraterni auguri a tutti.
Carmelo