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Nell’anno 2004 fondo la metodica psico-corporea che chiamo AIKI-TRAINING dopo 25 anni di pratica con l’aikido. L’aiki-training è un’esperienza di unificazione, innanzitutto con l’altro e poi con noi stessi. Non può prescindere dalla relazione. Bisogna essere almeno in due perché alla sua base vige il principio fondamentale espresso da Morihei Ueshiba: “l’aikido è un’arte marziale d’amore” e l’amore è essenzialmente desiderio di unificazione, di unione. Come può un’arte marziale essere amorevole quando la sua origina proviene dal dayto aiki jutsu che è una micidiale arte di combattimento il cui scopo è annullare l’avversario senza lasciargli alcuna via di scampo? Solo un maestro illuminato come lo è Ueshiba poteva fare questo, infatti: “L’aikido, non è né un’arte marziale né una pratica sportiva.” “L’aikido è la Via della Pace.”. Parliamo della pace interiore che, se vissuta pienamente si trasferisce, come un contagio benefico, anche fuori di noi, fino a coinvolgere il mondo intero. In questo contesto come si inserisce l’aiki-training? È una forma di terapia? È una pratica psicofisica? È un allenamento costante alla vita? Probabilmente l’ultima definizione è quella che più si avvicina alla mia idea, quella che è alla base di questa pratica e che deriva direttamente dalla mia esperienza dell’aikido di cui recepisce l’intrinseca luce e il profondo significato evolutivo. Quando si libera totalmente l’aikido dai suoi orpelli marziali, quest’arte svela tutta la sua bellezza e la gioia di praticare insieme ad altri applicando i principi universali svelati e comunicati dal Maestro. Questo trasmette la mia esperienza: che consente di trasformare energie aggressive nel loro opposto: amore, compassione, comprensione. Nel mese di marzo dell’anno 2009 pubblico un numero monografico della rivista Riza Psicosomatica, interamente dedicato all’aiki-training che ne descrive le caratteristiche e i principi ispiratori. Questo testo non è più facilmente reperibile ma è mia intenzione provvedere ad una ristampa o ad una nuova edizione aggiornata e ampliata. Adesso ho attuato il passaggio: dall’aiki-training all’aikedu. Un passaggio naturale che nasce dal tentativo intuito e programmato di attivare il valore educativo e preventivo dell’akido. La mia esperienza in oltre 40 anni di pratica è a garanzia di quello che dico: ho applicato l’aikido nel Servizio Tossicodipendenze di cui ero dirigente come psichiatra (probabilmente la prima esperienza di tal fatta in Italia) per poi  proseguire nella Casa Circondariale di Enna, a favore dei detenuti, e quindi nelle scuole, nelle comunità per tossicodipendenti e per pazienti psichiatrici e, infine attuando varie esperienze di gruppo con praticanti la psicosintesi di Roberto Assagioli, essendo un formatore di questa scuola e  psicoterapeuta. Ho inoltre tracciato un parallelismo fra i due maestri uniti e affratellati anche nelle loro straordinarie esperienze spirituali che ho pubblicato in un articolo ormai abbastanza diffuso sul web e che potere trovare in questo blog. Specifico che aiki-training e aikedu sono entrambe due espressioni dell’aikido che da questo prendono linfa e sono costantemente ispirati dal pensiero per fondatore Ueshiba Morihei O’Sensei con un occhio rivolto anche verso il Maestro Roberto Assagioli, entrambi alfieri di pace, amorevolezza e conoscenza, nonché preziosi servitori di questa umanità. È per questo che posso dire che Aikedu è la via della pace, secondo gli insegnamenti del Maestro, vissuta come elemento imprescindibile del nostro mondo interiore e come tale va ricercata, evocata, gestita e applicata  con criteri psicologici ed educativi. Il mio compito è proprio quello di trasmettere le mie conoscenze a tutti coloro che desiderano vivere queste esperienze. Per questo motivo ho in programma, entro alcuni mesi, quando avrò ripreso piena funzionalità del mio ginocchio da poco operato, di proporre una serie di esperienze educative  e formative in contesti vari e ambiti che andrò successivamente a esporre.