Nel corso della trasmissione andata in onda ieri in tarda serata su La 7 e condotta da Enrico Mentana abbiamo assistito ad un acceso dibattito fra Giuliano Ferrara e Antonio Padellaro, giornalisti su sponde opposte, che discutevano della vita, morte e miracoli di Giulio Andreotti. Nel corso di questo dibattito Giuliano Ferrara ha affermato (vado a memoria) che “i siciliani la mafia ce l’anno nel sangue”. Questa frase è non solo ingiuriosa e fuorviante ma svela la sua profonda ignoranza, arroganza e saccenteria nei riguardi di un argomento fatto di luoghi comuni e di forzature televisive e cinematografiche che distorcono la realtà imponendo l’immagine falsificata del siciliano e della Sicilia identificandoli, rispettivamente, con il mafioso e con la mafia.
Mi preme puntualizzare quanto segue:
– La mafia non è un fenomeno esclusivamente siciliano. Se consideriamo la mafia come una organizzazione criminale che gestisce i suoi affari illegali con prevaricazione, arroganza, violenza e immoralità, allora ogni cultura possiede la sua sottocultura mafiosa. Ecco perché esistono una moltitudine di mafie quali, ad esempio, quelle, russe, cinesi, turche, giapponesi ecc. Se poi estrapoliamo le mafie dal loro substrato culturale possiamo dire che ogni stato quando esprime una politica prevaricatrice, arrogante, violenta e immorale è certamente espressione di mentalità mafiosa. Lo stato italiano, se osserviamo la sua storia passata e recente, non fa eccezione a questo!
– La mafia non è, quindi, solo un fenomeno criminale, né è solo un fenomeno culturale e sotto culturale ma è l’essenza stessa del potere che oggi nel mondo ha creato enormi sofferenze all’umanità.
Per questo motivo chiedo a Giuliano Ferrara di scusarsi con tutti i siciliani per avere detto una castroneria che suona offesa prima di tutto contro di loro ma anche contro la sua intelligenza. Ferrara farebbe meglio ad osservare se stesso per capire quanto di mafioso scorre non tanto nel suo sangue quanto nei suoi neuroni ormai assuefatti alla politica berlusconiana.
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